lunedì 1 agosto 2011

IL BEL PAESE (continuazione)

Ma cosa significa, in una "DEMOCRAZIA", avere "TROPPI SOLDI"?
Come si fa a determinare se uno ha "TROPPI SOLDI" rispetto ad un altro che ne ha in maniera "GIUSTA"?
E come facciamo a determinare quando i "SOLDI" guadagnati in un lavoro superano una soglia ritenuta effettivamente "TROPPO" alta e possano venire considerati davvero "TROPPI"?
Qual è o dovrebbe essere il criterio, se ne esiste uno, con cui valutare "OGGETTIVAMENTE" tutto ciò?
Proviamo a rispondere.

La "PRIMA" parte del "PRIMO" articolo della Costituzione Italiana cita testualmente:
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro."
Dal testo si evince che il "LAVORO", qualunque "LAVORO", più o meno umile ma in ogni caso "UTILE", è il "FONDAMENTO" su cui si basano la nostra "REPUBBLICA" e la nostra "DEMOCRAZIA" e siccome questo viene citato nella "PRIMA" parte del "PRIMO" articolo significa che è anche la cosa "PIU' IMPORTANTE" e se qualcuno non è d'accordo con questa nostra affermazione ci dica il "PERCHE'".
Detto ciò, proseguiamo nel ragionamento.
Un qualunque "LAVORO" comporta una "RETRIBUZIONE", che si presuppone sia adeguata: ma la parola "ADEGUATA" con quale criterio deve essere valutata esattamente?
In base al "TEMPO", alla "FATICA", alle "RESPONSABILITA'" necessari per svolgerlo oppure deve tener conto di tutte e tre le opzioni contemporaneamente?
Analizziamo la cosa.
1) "TEMPO".
Il "TEMPO" (lasciando ora perdere Einstein) è assolutamente "UGUALE" per chiunque e quindi, se così fosse, un'ora di lavoro, ad esempio, di un qualsiasi "GENERICO" dovrebbe valere esattamente come quella di un "PROFESSIONISTA" qualsiasi... eppure non è così.
2) "FATICA".
Il concetto di "FATICA" presuppone la distinzione fra quella "FISICA" e quella "INTELLETTUALE", ma da nessuna parte è scritto che la prima è superiore alla seconda, dovendo quindi essere retribuita meglio, e nemmeno viceversa, così come da nessuna parte è scritto fino a dove una "FATICA" può venire definita esclusivamente "FISICA" e da dove una la si può considerare esclusivamente "INTELLETTUALE".
Facciamo degli esempi: un giornalista che scrive articoli seduto alla scrivania, fa esattamente lo stesso lavoro di un fotografo che va su un territorio di guerra, distante migliaia di chilometri? Un macellaio che lavora otto ore nel negozio a tagliare carne fatica esattamente come un minatore che sta otto ore a trecento metri sotto terra a spalare carbone? Un avvocato che esercita solo lavoro d'ufficio consuma le stesse calorie di un ferroviere che cammina su e giù tutto il giorno a controllare biglietti? Potremmo continuare all'infinito, ma ci fermiamo qui.
3) "RESPONSABILITA'".
Le "RESPONSABILITA'" possono essere verso se stessi o verso gli altri; quindi ammettiamo pure che in un "LAVORO" per cui si dovrà stare attenti solo alla propria incolumità (un muratore su un'impalcatura, un operaio per strada o un tornitore) si debba guadagnare un po' meno che in uno dove ci si debba preoccupare anche di quella altrui (un gruista, un medico o un pilota di aereo), anche se non ci risulta che un insegnante o un poliziotto (quindi con grosse "RESPONSABILITA'") guadagnino più di un usciere ministeriale o di un portiere d'albergo.
Ora prendiamo come esempio due lavori che possono venire considerati fra quelli più distanti uno dall'altro, sia in termini di "TEMPO", di "FATICA" che di "RESPONSABILITA'", ad esempio quello di "BRACCIANTE" e quello di "PARLAMENTARE", e applichiamo contemporaneamente ad ognuno dei due "LAVORI" le tre opzioni di cui sopra.
Facciamo adesso un calcolo, basato su una valutazione esclusivamente "MATEMATICA".
Se il "BRACCIANTE" guadagna circa €. 5 all'ora (realistico, spesso in eccesso), significa che anche lavorando 15 ore al giorno (perché dovrà pure mangiare, dormire, riposarsi e fare i propri bisogni... o no?!) per 6 giorni a settimana e 24 giorni al mese, a fine mese incasserà 1.800 euro.
Mentre invece un "PARLAMENTARE", che guadagna intorno a €. 20.000 al mese (altrettanto realistico, spesso in difetto), significa che se prendesse anche lui €. 5 all'ora dovrebbe lavorare ben 4.000 ore, ovvero 166 ore al giorno per 6 giorni a settimana.
Tutto questo senza considerare benefit, pensioni future e garanzie varie.
Qualcuno dirà che il secondo prevede molta più "RESPONSABILITA'", ed è vero, ma in quanto a "FATICA" e ad "USURA" non c'è paragone; poi non ci risulta nemmeno che mai nessun "PARLAMENTARE" sia stato cacciato via su due piedi per "INEFFICIENZA", "INCAPACITA'" o "IGNAVIA", vista anche la situazione attuale che esiste in Italia.
Facendo inoltre notare che ci sono solo 24 ore in un giorno e che un "PARLAMENTARE" guadagna quasi in un solo mese quello che un "BRACCIANTE" prende in un anno, poniamo una domanda: quanti anni dovrebbe "LAVORARE" in più il "PARLAMENTARE" rispetto al "BRACCIANTE", prima di avere "DIRITTO" ad andare in pensione?
Ma tutto questo nel primo articolo della "COSTITUZIONE" mica c'è scritto!

Per avvalorare quanto detto, vi rimandiamo a ciò che espone una ricerca effettuata da una cinquantina di famosi economisti del NEF (New Economics Foundation - www.neweconomics.org), che hanno studiato il valore economico di diversi lavori, la metà dei quali ben retribuiti e l'altra metà molto meno; hanno cioè creato una corrispondenza diretta fra un lavoro e il profitto che quel lavoro sviluppa nella società e quindi per il benessere dei cittadini.
E' risultato alla fine che su sei lavori diversi, scelti nel settore pubblico e privato, i tre pagati poco (un addetto alle pulizie in ospedale, un operaio di un centro di recupero materiali di riciclo e un operatore dell'infanzia) danno un contributo di utilità sociale molto maggiore degli altri tre, con stipendi parecchio più alti (un banchiere della City, un dirigente pubblicitario e un consulente fiscale).

(il capitolo continua nel prossimo post)

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